lunedì 14 dicembre 2015

Il nostro Natale Cristiano

di Luca Volontè

Con l'avvicinarsi del Natale, in questo periodo di “misure speciali” prese da diversi Stati europei per combattere il terrorismo, si moltiplicano atteggiamenti e decisioni contrarie al significato stesso delle celebrazioni natalizie.
Cosa si ricorda con il Natale? “Gesù bambino, l'infinità di Dio che si è ristretto e ridotto in un bambino ed è venuto in una caverna, un buco sottoterra per rivoltare il mondo”: in queste brevi parole di G. K. Chesterton scopriamo il senso del Natale Cristiano.
Che Europa è quella che teme a tal punto sé stessa da voler cancellare, con “editti” nazionali o di singole scuole e municipi, le celebrazioni natalizie?
Un'Europa che abolisce il Presepe. Abolisce cioè l'immagine della memoria di quell'evento, lo vuole abolire non solo dalla vita pubblica, ma ricacciare nella caverna, lontano da tutto e tutti.
Esattamente come duemila anni or sono, come allora, quando per paura di Erode e per disprezzo degli uomini, Gesù veniva ricacciato in un buco oscuro.
Queste decisioni, non sono solo ridicole alla luce dei fatti di terrorismo che abbiamo vissuto in questi anni, ma mostrano il vero volto del laicismo assolutista che tutto opprime. 
Opprime le differenze con le mode “gender fluid”, opprime l'abbigliamento con i vestiti “unisex”. Opprime il rispetto delle diverse tradizione religiose, i ruoli famigliari sin anche i rapporti umani con uno smisurato uso dei social media.
Non c'è comunità islamica europea che abbia ufficialmente protestato, nemmeno chiesto l'abolizione delle festività cristiane, incluso il tradizionale presepe.
Solo il terrore proprio del fallimento della società multiculturale e dei suoi maestri porta alla abolizione di segni cristiani e alla paura della memoria.
Tutto ciò accade in Europa e con diversi gradi di cattiveria. Non è una vittoria dei terroristi, è una sconfitta del laicismo esasperato, forse la sua ultima sconfitta.
Si ricorda da più parti che l'Europa si trova a vivere un periodo simile alla fine dell'Impero Romano. Ma la verità è che la caduta romana (e così quella europea) non avvenne per causa delle migrazioni, avvenne bensì in ragione della morte della sua anima e delle sue tradizioni. Lo spirito mancò e tutto il corpo dell'impero imputridì.
Le cause della distruzione della civiltà europea non sono di oggi, vengono da lontano e da lontano si è preferito subire che lottare, essere dominati piuttosto che combattere per la propria libertà.
Eppure, proprio in queste settimane di sconci tentativi di abolire ogni evidente immagine cristiana dalla vita pubblica, un sussulto straordinario risorge dalla vita e dalla memoria di semplici uomini, donne e bambini di tutta Europa.
E così, la superba volontà di ricacciare Gesù bambino nella caverna, in quello stesso buco di 2000 anni fa, è l'occasione inattesa di ritornare all'origine del tutto, della nostra storia e della straordinaria provvidenza della Bontà Divina.
Sursum Corda!

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