sabato 5 gennaio 2013

CONTRO LA RIVOLUZIONE LA FEDELTÀ: LO STUDIO DI TOMMASO ROMANO SULLA FIGURA DI VINCENZO MORTILLARO


Edito nel 2012 presso l’ISPEE, Contro la rivoluzione la fedeltà è lo studio che Tommaso Romano dedica alla figura di Vincenzo Mortillaro, marchese di Villarena nato a Palermo il 27 luglio 1806 e morto nel capoluogo siciliano nel 1888. Una raccolta di antologie dello studioso palermitano resasi necessaria per la rivalorizzazione di una figura fondamentale nel panorama locale e nazionale, un personaggio, scrive Tommaso Romano stesso nella premessa all’edizione, che non va ricordato solo e soltanto come l’autore del famoso Dizionario siciliano-italiano e come l’ideatore di una Guida di Palermo, ma perché fu «soprattutto autentico protagonista dell’Ottocento siciliano del quale, tuttavia, gli stessi repertori specifici anche bibliografici, i dizionari biografici, le enciclopedie siciliane – con le poche eccezioni dovute a seri studiosi e ricercatori – si limitano a riferire qualche stantio dato ripetuto pedissequamente e a volte erroneamente con le omissioni, peraltro, di quegli elementi, non certo secondari che, specie per la seconda parte dell’operosa e non facile sua resistenza, lo segnarono e contraddistinsero rispetto all’acritico conformismo».
Un’operazione di recupero, dovuto, sacrosanto, un’antologia delle opere attraverso cui «potremo seguire la cronaca della storia della Sicilia nonché le vicende diplomatiche e politiche d’Italia e finanche d’Europa, ma soprattutto la puntuale ricostruzione della vita amministrativa, culturale, sociale e religiosa di Palermo che pure lo coinvolsero a vari livelli e certamente lo coinvolsero a vari livelli e certamente lo appassionarono nonostante il suo personalissimo stato d’animo e la sua radicale concezione della realtà».
Tradizionalista intransigente Vincenzo Mortillaro, estremamente colto e lucido nelle proprie analisi, come si può evincere dalle pagine antologiche scelte in questo volume, figura di studioso «nutrito dalla certezza nella fede cattolica e dalla sostanza del Vangelo, quest’ultimo inteso sempre come verità e ammaestramento per ogni uomo e per le genti tutte. […] Lucido avversario di un sovversivo mutamento spirituale e religioso che, oltre a scuotere regni e sovranità legittime, mirava allo sradicamento identitario e religioso».
Un’imponente opera, che deve aprirsi a studi ancora più approfonditi, sentenzia Tommaso Romano, di ripresa verso un personaggio chiave e che per troppo tempo è rimasto nell’oblio degli studiosi; un’opera – corredata da un’amplia bibliografia delle opere di e su Vincenzo Mortillaro - , questa di Tommaso Romano, scrive Paolo Pastori nell’introduzione al volume, che è «una re-volutio apparentemente ‘solo’ documentaria-storiografica, poiché è in sostanza una seria e motivata proposta di recupero, di un ritorno ai primi princìpi della politica», uno studio che attraverso l’antologia di alcune opere salienti del barone Vincenzo Mortillaro diventa «recupero di un ciclo dentro il grande ciclo della nostra storia, a partire dalla crisi dello Stato unitario, da quella Belle époque nelle cui pieghe, dietro feste, cortei, celebrazioni e monumenti si ignorava la questione sociale, il crescere di uno scontento di massa, sintomo peraltro di un’anteriore e pregressa perdita di contatto con i valori fondanti della politica».


                                                                                                                     
Giuseppe La Russa

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